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centro del dramma, protagonista già travolto.
Il maggiore ordinò che il capitano Fiorelli, con un
plotone della sua compagnia, prendesse il comando del
plotone d esecuzione.
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Letteratura italiana Einaudi
Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano
Io sono, rispose il capitano, comandante titolare
di compagnia, e non posso comandare un plotone.
Lei dunque si rifiuta di eseguire il mio ordine?
chiese il maggiore.
Io non mi rifiuto di eseguire un ordine. Faccio solo
presente che io sono capitano e non tenente, comandan-
te di compagnia, non di plotone.
Insomma, gridò il maggiore, puntando nuova-
mente la pistola sul capitano, lei eseguisce o non ese-
guisce l ordine che io le ho dato?
Il capitano rispose:
Signor no.
Non lo eseguisce?
Signor no.
Il maggiore ebbe un attimo d esitazione e non sparò
sul capitano.
Ebbene, riprese il maggiore, ordini che un plo-
tone della sua compagnia passi in riga.
Il capitano ripeté l ordine al sottotenente comandante
il 1° plotone della 6a. In pochi minuti, il plotone uscí
dalla caverna e passò in riga. Il sottotenente ricevette dal
maggiore, e lo ripeté ai suoi soldati, l ordine di caricare
le armi. Il plotone aveva già i fucili carichi. Di fronte,
immobili, stupiti, i venti guardavano.
Il maggiore ordinò di puntare.
Punt! ordinò il tenente.
Il plotone si mise in posizione di punt.
Ordini il fuoco, gridò il maggiore.
Fuoco! ordinò il tenente.
Il plotone eseguí l ordine. Ma sparò alto. La scarica dei
fucili era passata tanto alta, al disopra della testa dei con-
dannati, che questi rimasero al loro posto, impassibili.
Se vi fosse stato un concerto fra il plotone e i venti,
questi si sarebbero potuti gettare a terra e fingere d esse-
re morti. Ma, fra di loro, non v era stato che uno scam-
bio di sguardi. Dopo la scarica, uno dei venti sorrise.
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Letteratura italiana Einaudi
Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano
L ira del maggiore esplose irreparabile. Con la pistola in
pugno, fece qualche passo verso i condannati, il viso
stravolto. Si fermò al centro e gridò:
Ebbene, io stesso punisco i ribelli!
Egli ebbe il tempo di sparare tre colpi. Al primo, un
soldato colpito alla testa stramazzò al suolo; al secondo
e al terzo, caddero altri due soldati, colpiti al petto.
Il capitano Fiorelli aveva estratto la pistola:
Signor maggiore, lei è pazzo.
Il plotone d esecuzione, senza un ordine, puntò sul
maggiore e fece fuoco. Il maggiore si rovesciò, crivellato
di colpi.
Mancavano pochi minuti all assalto. Anche i 149 e i 152
avevano allungato il tiro e non sparavano piú su di noi. Le
nostre trincee erano state sconvolte. Delle vedette lasciate-
vi, non fu trovata che qualcuna ancora in vita. Ma, nelle
trincee e nei reticolati nemici, immense brecce aprivano il
passaggio all assalto. Il mio battaglione s era ammassato in
trincea. Io vidi la 5a e la 6a compagnia, seguite dalla 7a e
dalla 8a, scavalcare le nostre trincee in massa, ed arrivare
alle trincee nemiche. Anche il mio battaglione uscí imme-
diatamente dopo, piú a destra. Il 1 battaglione e un batta-
glione dell altro reggimento della brigata avevano anch es-
si occupato le posizioni nemiche, piene di morti.
Furono questi quattro i soli battaglioni che, da Val
d Assa a Cima Caldiera, riuscirono nell assalto. Nel re-
sto del fronte l azione fallí. La mina di quota 1496,
all estrema sinistra della divisione, si era rovesciata sui
nostri, rendendo inaccessibili le posizioni nemiche. Le
nostre perdite furono grandi. Io avevo iniziato l azione
come comandante di compagnia e l avevo finita coman-
dante di due battaglioni: il 3e il 1 rimasti senza capitani.
L azione non essendo riuscita che nel nostro settore,
la nostra posizione avanzata, battuta di fianco dal tiro
nemico, diventava insostenibile. Al cader della notte, ri-
cevemmo l ordine di ripiegare sulle trincee di partenza.
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Letteratura italiana Einaudi
Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano
La notte, il capitano Fiorelli venne da me. Egli era ab-
battuto. Mi raccontò la morte del maggiore Melchiorri
della quale anch egli si credeva in parte responsabile. Mi
disse che aveva fatto di tutto per morire in combatti-
mento. La sorte lo aveva voluto risparmiare. Egli quindi
si considerava obbligato a fare il suo dovere e denunzia-
re il fatto al comando di reggimento. Io non riuscii a dis-
suaderlo. Il giorno dopo, con un rapporto scritto, de-
nunziò se stesso. I comandi di brigata, di divisione e di
corpo d armata ne furono informati immediatamente.
Egli, il tenente aiutante maggiore del 2battaglione e il
sottotenente della 6a furono deferiti al Tribunale milita-
re e messi in stato d arresto. I tre ufficiali, accompagnati
da un capitano dei carabinieri e da una scorta, passaro-
no in mezzo al mio battaglione. Al loro passaggio, i sol-
dati si levarono, sull attenti, e salutarono.
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Letteratura italiana Einaudi
Emilio Lussu - Un anno sull Altipiano
XXIX
Io non racconto e non rivedo che ciò che maggior-
mente è rimasto impresso in me.
L azione fu ripresa il 19, ma il mio battaglione, che
aveva subito le maggiori perdite, fu lasciato riserva di
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