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sola mia gioia, solo mio disire,
sola speranza mia, se tu ten vai, 65
subitamente mi credo morire.
In continova doglia e tristi guai
istarò sempre: deh, aggi pietate
di me, se grazia merita giammai!
Letteratura italiana Einaudi 70
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
Ahi lassa, or son così guiderdonate 70
tutte le giovinette ch aman voi,
che di subito sieno abandonate?
Ricordar certo credo che ti puoi
quanto onor abbi da me ricevuto,
e ancora puoi ricever, se tu vuoi. 75
L abito che t ha fatto sconosciuto
sì lungo tempo per me l ricevesti,
per me segreto se stato tenuto.
E quando prima vergine m avesti,
di mai partirti né d altra pigliarne 80
sopra la fede tua mi promettesti.
Perché altrove vuogli adunque andarne?
Di me t incresca e del comun figliuolo
ch abbian, se non ti duol la propia carne.
Io so che tu vuogli ire al tristo stuolo 85
ch è ntorno a Troia, ov io dubito forte
che morto non vi sia e per gran duolo
a me medesma non ne segua morte».
Letteratura italiana Einaudi 71
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
CANTO XXIV
Così pareva che costei dicesse
ed altro assai, a prieghi della quale
non mi pareva ch Acchille intendesse;
e seguitava quelli al troian male,
contento più che d esser lì rimaso, 5
dove quella era, a cui tanto ne cale.
E nnanzi a lui, incerto del suo caso,
Briscida era trista, inginocchiata,
col viso basso e di baldanza raso.
Tra l altre cose quella sconsolata 10
piangendo mi parea che li dicesse:
«Deh, perché m hai, Acchille, abandonata?
Per te convenne ch io mi dolesse
de miei fratelli, i quali io più amava
che altra cosa ch io nel mondo avesse; 15
e, per l amore che io ti portava
e porto, quella morte che tu desti
a lor dolenti non mi ricordava.
Rapita me per forza ancor m avesti,
come tu sai, e mia verginitate 20
a forza e contro a voglia mi togliesti.
Omè, che allora la tua crudeltate
non conobb io, ché l animo sdegnoso
non t avre mai l offese perdonate.
Veduta sempre in abito cruccioso 25
m avresti certamente, e così forse
non avrei dentro amor per te nascoso.
Omè, quanto soperchio ve ne corse
quando con atti falsi mi mostrasti
ch io ti piacessi, e questo il cor mi morse. 30
Levastimi da te, poi mi mandasti
a Agamenòn come schiava puttana:
in quello il falso amor ben dimostrasti
Letteratura italiana Einaudi 72
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
Eimè lassa, misera profana,
Briseida cattiva, che farai 35
abandonata in parte sì lontana?
Non mi lasciar morire in tanti guai,
Acchille, aggi piatà di me dolente
che t amo più che donna uom giammai!
Deh, guardami con l occhio della mente, 40
e prendati pietà di me alquanto»,
dicea colei, ma non valea niente.
Ivi appresso costui vid io che tanto
ardeva dell amor di Pulisena,
ch ogni miseria ed angoscioso pianto, 45
periglio, affanno, guai o grave pena
delle su dette vendicava amore,
il qual fervente gli era in ogni vena;
e per lei spesso mutava colore,
prieghi porgendo, e non erano intesi, 50
onde lui costringea grieve dolore.
Rimirando ivi ancora vediesi
Sesto ed Abido, picciole isolette,
e l mar che le divide ancor pariesi.
Sovvennemi ivi quando vi cadette 55
Ellès, andando di dietro al fratello
all isola de Colchi, ove ristette.
Era notando ignudo nato in quello
mare Leandro, andando ver colei
cui più amava, vigoroso e snello. 60
Venuta là alla riva costei
vedea con panni e ricever costui,
tutto asciugando lui dal capo a piei;
e poi vedeva quivi lei e lui
con tanta gioia standosi abracciati, 65
che simil non si vide mai in altrui.
Ritornar poi il vedea per li usati
mari alla casa, e di far quel camino
suoi membri non parien mai affannati.
Letteratura italiana Einaudi 73
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
A questo mare alquanto era vicino 70
Minòs, Alcatoè tenendo stretta
per forte assedio, volendo il destino
romper di quel capel che nella vetta
del capo a Niso stava, che per esso
l oste di fuor non avea sospetta. 75
E quivi quella torre, ove fu messo
già lo strumento d Appollo sonante,
vi si vedea rilucere appresso.
Pareva in quella Silla fiammeggiante
dell amor di Minòs, che a vedere 80
stava l oste a sua terra davante.
Venir la mi parea poscia vedere
avendo il porporin capel cavato
al padre, e a Minòs darlo, che l volere
robusto suo facea del disarmato 85
Niso, privando lui della sua gloria:
Silla gittata poi nel mar salato,
n andava lieto della sua vittoria.
Letteratura italiana Einaudi 74
Giovanni Boccaccio - Amorosa visione
CANTO XXV
Era più là Alfeo, con le sue onde
piegate intorno e dietro ad Aretusa,
con quelle terre che correndo infonde.
Là era Egisto ancor, che per iscusa
del sacerdozio non andò a Troia 5
ma Clitemestra si tenea inchiusa,
lei imbracciata e prendendone gioia
a suo piacere, ben che poco appresso
le ne seguisse sconsolata noia.
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